Pesticidi e infertilità: ecco cosa dicono gli ultimi studi

Esiste una correlazione tra pesticidi e infertilità? Ecco cosa sappiamo

Sulla possibile correlazione tra la diffusione dell’uso di pesticidi e infertilità maschile di discute da molto tempo.

La sempre più diffusa presenza di pesticidi chimici nell’ambiente, di cui troviamo traccia nell’acqua che beviamo e nel cibo che mangiamo, viene da molti considerata un serio pericolo per la salute e si ipotizza possa essere una delle cause dell’aumento dei casi di infertilità.

È ormai appurato che l’esposizione a sostanze chimiche, in particolare l’utilizzo di diserbanti, abbia effetti sull’uomo tutt’altro che positivi, sarebbero soprattutto gli insetticidi usati a livello agricolo a causare una minore concentrazione di spermatozoi nello sperma di maschi adulti. Per provare a livello scientifico il rapporto tra pesticidi e infertilità maschile sono stati effettuati diversi studi.

Come si manifesta la sterilità maschile e in che modo si differenzia dall’infertilità

Nelle maggior part dei casi gli uomini si sottopongono a una visita specialistica per accertare se vi sono problemi di fertilità quando non riescono a concepire dopo ripetuti tentativi nell’arco di diverso tempo.

  • La sterilità maschile si riscontra quando è accertata l’assenza di spermatozoi nel liquido seminale (Azoospermia), una condizione patologica che può essere congenita o acquisita a causa di vari motivi, tra cui traumi, malattie infettive, interventi chirurgici che hanno portato alla legatura dei dotti. La sterilità maschile è una condizione irreversibile.
  • L’infertilità maschile è invece una ridotta capacità riproduttiva per via di una produzione insufficiente di spermatozoi, o se questi presentano delle anomalie che rendono difficile il concepimento. Le cause possono essere diverse, come la presenza di anomalie od ostruzioni, infezioni uro-genitali, malattie sessualmente trasmissibili e anche esposizione a rischi ambientali come radiazioni o pesticidi.

Pesticidi e infertilità: lo studio che ha dimostrato la correlazione

In base a un recente studio americano, l’esposizione a pesticidi e infertilità maschile in aumento sono due condizioni strettamente correlate.

Una ricerca del National Health and Nutrition Examination Survey ha dimostrato che l’impotenza maschile o la disfunzione erettile, soprattutto tra gli adolescenti, sarebbero causate dai pesticidi più comuni utilizzati a livello agricolo, che quindi vengono assunti tramite l’alimentazione.

Lo studio pubblicato sul Journal of Endocrinological Investigation ha preso in esame 671 pazienti americani, un campione rappresentativo di circa 29 milioni di persone. 

I ricercatori hanno confrontato i livelli urinari dei pazienti che manifestavano disfunzioni con chi non ne soffriva. Dei 671 pazienti maschi circa il 37% soffriva di disfunzione erettile. Il quadro si aggrava poi in presenza di fattori correlati come il fumo, l’invecchiamento, il diabete, l’inattività fisica.

Tra tutte le cause, è strato evidenziato che sarebbe stata proprio l’esposizione all’insetticida clorpirifos e ad altri organofosfati, a provocare squilibri ormonali importanti non associati all’età.

Questo anche se l’impotenza si manifesta con maggiore probabilità tra i 40 e i 70 anni.

L’allarme sui pesticidi in merito alla fertilità maschile è stato lanciato anche dalla Società Italiana di Andrologia, per la quale “i danni sono mediati da una inibizione della funzione ipofisaria, un ridotto rilascio di gonadotropine, ormoni che stimolano la funzione testicolare”.

A confermarlo sono diversi studi condotti su animali esposti ai pesticidi, i quali hanno riscontrato “danni istologici sulla polpa testicolare e ridotta spermatogenesi, che si ripercuote sul numero degli spermatozoi nel liquido seminale”. Insomma, “accanto al danno quantitativo i pesticidi sono anche responsabili di alterazioni qualitative come difetti della funzione degli spermatozoi, alterazioni del materiale genetico e ossidazione cellulare”. 

I pesticidi sono una delle principali cause di infertilità maschile, ma non l’unica. In molti casi il problema può essere risolto con la terapia adatta, che può essere solo individuata dal medico specialista.