Storia dell’ingrossamento del pene: quali erano le tecniche del passato?
Dall’antico Egitto ad oggi: tutto sulle tecniche di ingrossamento del pene
Le dimensioni del pene e le metodiche di ingrandimento sono una problematica tutt’altro che recente. A interrogarsi sulle tecniche di ingrossamento del pene sono state anche le civiltà antiche, specialmente quelle in cui le dimensioni dell’organo genitale venivano associate a concetti come prestigio, potere e virilità e veniva concesso ai più dotati di primeggiare anche a livello politico.
La storia del pene e delle sue dimensioni va avanti sin dall’età della pietra, la credenza che “grande sia migliore” e che sia necessario un pene importante per impressionare il partner sessuale, ha quindi radici molto lontane nel tempo.
In virtù di tale credenza, e in considerazione dell’importanza sociale che veniva data ai più dotati, gli uomini sono sempre stati alla ricerca di soluzioni per l’ingrossamento del pene, ricorrendo talvolta, anche ad usanze fantasiose.
Dimensioni del pene: quanto erano importanti nel mondo classico?
Vediamo quindi quali erano le tecniche di ingrandimento del pene diffuse nelle civiltà antiche.
- Antico Egitto
La dimensione del pene è stata un simbolo di fertilità e mascolinità in diverse culture, fin dall’antico Egitto. Basti pensare che nel IV millennio a.C. si diffuse il culto di Min, dio della fertilità, della riproduzione e della virilità, che veniva raffigurato con aspetto umano e con il pene eretto stretto nella mano destra.
- Antica Grecia
Nell’antica Grecia era diffuso il culto dalla perfezione delle forme del corpo e dei genitali. Il corpo maschile era di gran lunga preferito a quello femminile, doveva essere atletico, sinuoso, efebico. In questa civiltà un pene di piccole dimensioni e non circonciso era considerato segno di eleganza e raffinatezza, in particolar modo tra gli omosessuali.
Al contrario, un pene di dimensioni sproporzionate era giudicato sinonimo di volgarità e veniva associato ai popoli barbari e culturalmente inferiori.
- Antica Roma
Nell’antica Roma era diffusa una visione del tutto contraria a quella greca: le grandi dimensioni del pene venivano considerate simbolo di virilità e risolutezza.
3 tecniche per l’ingrossamento del pene adottate da alcune tribù minori
In alcune culture e tribù venivano praticate o vengono praticate ancora oggi, delle tecniche e metodiche alquanto singolari, finalizzate all’ingrossamento del pene. Gli uomini si sottoponevano a tali misure per apparire più desiderabili ai loro partner e anche per aumentare la loro autostima.
Ecco alcune che meritano di essere citate:
- Morso di serpenti velenosi
I brasiliani della tribù Topinama andavano a caccia di serpenti velenosi nella giungla e si facevano mordere da questi l’estremità dei genitali per aumentarne le dimensioni. Il veleno causava infatti l’allargamento e l’ingrossamento del pene.
- Piercing e oggetti decorativi
Gli uomini della tribù Dayak nel Borneo ornavano i loro peni con piercing e oggetti decorativi per compiacere i loro partner durante il rapporto.
- Utilizzo di pietre e pesi
Alcune tribù della Polinesia, ma anche dell’India, dell’Africa e del Perù, attaccavano pietre o altri oggetti pesanti a una specie di manicotto di fibre vegetali in cui veniva infilato il pene. Ritenevano che questo fosse utile ad allungare l’organo genitale.
Le dimensioni del pene nelle culture arabe e orientali
Anche nelle popolazioni arabe e in quelle dell’antico oriente si dava peso alle dimensioni del pene.
- Il Jelqing degli arabi
Nella cultura araba antica le dimensioni del fallo erano motivo di rispetto e venivano relazionate alla rilevanza sociale e alla mascolinità del soggetto.
Per aumentare le dimensioni del pene si ricorreva e si ricorre ancora oggi al jelqing, un esercizio di potenziamento nato secoli fa nelle regioni arabe del Sudan e che è stato tramandato di padre in figlio. Il jelqing è una tecnica manuale che consiste in esercizi ripetitivi di compressione/mungitura e trazione a pene flaccido, dalla base verso il glande, per aumentare il flusso sanguigno.
Lo scopo è quello di creare micro-lacerazioni che fanno apparire il pene più grande e infiammato. Sebbene sia ancora oggi un popolare esercizio di potenziamento maschile, non ci sono prove significative che ne dimostrino l’efficacia.
Questa tecnica va praticata con molta cautela per evitare complicanze quali ematomi, ecchimosi, lacerazioni vascolari e/o nervose. Il segreto consisterebbe nell’esercitare la giusta pressione durante la manipolazione. Gli esperti raccomandano anche di utilizzare abbondante lubrificante.
- Metodi adottati da cinesi e arabi
Nell’antica cultura orientale cinese, i metodi studiati per avere un pene più grosso prevedevano l’uso di erbe medicinali come il ginseng; peccato che i risultati fossero poco soddisfacenti. Per questo, successivamente si cercarono delle alternative e si diffuse l’abitudine di nutrirsi di organi genitali maschili di animali molto dotati, credendo che questo potesse essere di aiuto ad aumentare le dimensioni del pene.
Gli antichi samurai invece, si iniettavano gocce di silicone nel prepuzio.
Nella cultura indiana la maggior parte dei metodi per ingrandire il pene implicava uno stiramento del tessuto che, come si è già visto, poteva portare a effetti indesiderati.
Quali sono le tecniche di ingrossamento del pene attuali?
Per aumentare le dimensioni del pene uno degli interventi maggiormente diffusi al mondo è oggi la falloplastica di allungamento, un’operazione finalizzata ad allungare l’organo intervenendo sul legamento sospensore. Vi sono poi anche altre tecniche non chirurgiche a cui si può ricorrere, ad esempio facendo delle iniezioni di filler a base di acido ialuronico.
Gli uomini si rivolgono al medico per ingrandire il pene a scopo estetico, ma l’intervento è consigliato soprattutto in caso di micro-penia, una malformazione che rende l’apparato genitale molto piccolo rispetto alla media,
In ogni caso, l’opportunità di intervenire e la scelta terapeutica più indicata devono essere decise dal medico specialista in seguito a una visita approfondita.