Si puo’ rompere il pene? Cos’e’ la frattura peniena

12 Dic 2018 Blog

Definizione

La frattura peniena o sindrome del chiodo rotto è stata descritta per la prima volta da un medico arabo  oltre 1000 anni fa a Cordoba. E’ definita come la rottura  traumatica della tonaca albuginea di uno o entrambi i corpi cavernosi(Figura 1). Rappresenta un’emergenza uro-andrologica.

Epidemiologia

L’incidenza varia considerevolmente tra  le differenti aree geografiche. Le serie più ampie in letteratura sono nel medio Oriente e nel Nord Africa dove l’incidenza è maggiore in confronto all’Europa o America.

Negli Stati Uniti l’incidenza è di  un caso ogni 175.000 abitanti.

Tuttavia la prevalenza è sottostimata per il senso di imbarazzo o vergogna, che porta il soggetto alla ricerca di assistenza medica soltanto quando subentrano le complicanze.

Nella maggior parte dei casi (75%) la frattura avviene solo da una parte, nel 25% in entrambe le parti, mentre nel 10% dei casi la frattura si estende all’uretra. Solitamente alle fratture bilaterali  è associata una lesione dell’uretra che può essere parziale o totale. Nei 2/3 dei casi  sono localizzate a livello della base del pene.

Eziologia

La frattura peniena  si verifica di solito durante il normale sesso vaginale quando la donna guida il rapporto da sopra, ma può succedere anche nella posizione del missionario quando il pene scivola fuori dalla vagina e si piega bruscamente contro il perineo o la sinfisi pubica, o durante il cosiddetto sesso acrobatico con conseguente lacerazione della tunica albuginea dei corpi cavernosi.

Nei paesi del Medio Oriente, le fratture del pene sono spesso descritte come conseguenza di manipolazioni cruente del pene autoinflitte allo scopo di ottenere la detumescenza del pene eretto (taghaandan).

Altre cause comprendono il girarsi bruscamente nel letto durante il sonno in fase di pene eretto, un colpo diretto, forzato piegamento del pene eretto mentre ci si veste o ci si sveste. Lo spessore della tonaca albuginea decresce dai 2 mm durante lo stato di flaccidità ai  0.25-0.50 nello stato di tumescenza, quindi un  evento traumatico può provocare una lesione dell’albuginea.

Segni e sintomi

Il paziente avverte dolore improvviso e un suono tipo “crack”, seguito da un’immediata detumescenza, ematoma, ecchimosi, gonfiore, deviazione del pene, (deformazione  a melanzana, Figura 2)  meno frequentemente può  verificarsi la presenza/fuoriuscita  di sangue a livello del meato uretrale esterno o ritenzione acuta di urine.

Diagnosi

La diagnosi è principalmente clinica, basata sulla storia segni e sintomi. L’ecografia  che ha un basso costo permette di identificare l’esatta localizzazione della lesione dell’albuginea.

Può resta comunque operatore dipendente quindi può dare falsi negativi. La Risonanza Magnetica invece garantisce immagini di qualità superiore e permette di effettuare una diagnosi differenziale, al contrario ha   costi elevati e  non sempre disponibile in tutti i dipartimenti di emergenza e soprattutto nelle ore notturne. La diagnosi differenziale deve essere fatta con  la rottura delle vene  dorsale profonda e dorsale superficiale del pene e delle arterie circonflesse.

Trattamento

Il trattamento consiste  nella riparazione dell’albuginea con punti staccati e invertiti in modo da evitare che vi siano nodi palpabili e materiale  lento riassorbimento, seguito  dalla riparazione  delle eventuali  lesioni uretrali associate tramite accesso penoscrotale, subcoronale o al di sopra  della  frattura quando  il sito esatto viene evidenziato all’ecografia.  Si preferisce un trattamento precoce entro le 24-48 ore in modo tale da evitare complicanze quali formazione di tessuto cicatriziale che potrebbe portare ad incurvamento penieno, deficit erettile o insorgenza  di induratio penis plastica.

Nel  post operatorio  viene consigliato di astenersi dalla masturbazione o attività sessuale per almeno sei settimane.

Bibliografia

  1. Kamdar, C., Mooppan, U. M. M., Kim, H. & Gulmi, F. A. Penile fracture: preoperative evaluation and surgical technique for optimal patient outcome. BJU Int.102, 1640–1644; discussion 1644 (2008).
  2. Zargooshi, J. Penile fracture in Kermanshah, Iran: the long-term results of surgical treatment. BJU Int.89, 890–894 (2002).
  3. Sawh, S. L., O’Leary, M. P., Ferreira, M. D., Berry, A. M. & Maharaj, D. Fractured penis: a review. Int. J. Impot. Res.20, 366–369 (2008).
  4. Lumen, N. et al. Review of the Current Management of Lower Urinary Tract Injuries by the EAU Trauma Guidelines Panel. Eur. Urol.67, 925–929 (2015).

FAQ

Si può rompere il pene?

Nonostante non vi sia un osso nel pene umano, esso si può comunque fratturare. Consiste infatti in una lesione della tunica albuginea, il foglietto ti tessuto che riveste I corpi cavernosi 

A che cosa vado incontro se la frattura peniena non viene trattata?

Si va incontro a formazione di tessuto cicatriziale con conseguente  curvature e disfunzione erettile e insorgenza di induratio penis plastica

Cosa posso fare per evitare o prevenire la frattura peniena?

Per evitare la frattura bisogna avere il controllo della partner, soprattutto quando si trova sopra.

Se ho il pene curvo corro maggior rischio di frattura?

Si. Poiché c’è una diversa distribuzione delle forze durante i rapporti sessuali.

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