
Riabilitazione sessuale post-intervento: ecco come recuperare l’erezione
Riassunto
- Quando serve un percorso di riabilitazione sessuale post-intervento alla prostata
- 3 interventi alla prostata che possono compromettere la funzione erettile
- Il ruolo della riabilitazione sessuale dopo un intervento: perché è fondamentale
- Recupero dell’erezione dopo una prostatite: ecco quando rivolgersi a uno specialista
Quando serve un percorso di riabilitazione sessuale post-intervento alla prostata
La salute della prostata è strettamente correlata alla funzione erettile. Questa ghiandola è infatti parte del sistema riproduttivo maschile e svolge un ruolo importante nella produzione del liquido seminale.
Condizioni come cancro alla prostata, prostatite o ipertrofia prostatica benigna possono causare disfunzione erettile, soprattutto se trattate con interventi chirurgici.
Nella maggior parte dei casi si tratta di una condizione reversibile, specialmente con un adeguato percorso di riabilitazione sessuale che, dopo un intervento di prostatectomia, può influire in modo significativo sul recupero della funzione erettile e sulla ripresa di una vita sessuale sana e appagante.
3 interventi alla prostata che possono compromettere la funzione erettile
Alcuni interventi chirurgici alla ghiandola prostatica possono influenzare la capacità di ottenere e mantenere un’erezione, soprattutto quando vengono coinvolti nervi, vasi sanguigni o tessuti responsabili della funzione erettile. Tra i principali troviamo:
- la prostatectomia radicale: si tratta della rimozione chirurgica della prostata, indicata nei casi di tumore alla ghiandola. Nel corso dell’operazione è possibile che vengano rimossi o danneggiati i nervi e i vasi sanguigni che regolano l’afflusso di sangue al pene. La probabilità di sviluppare una disfunzione erettile post-operatoria varia in base alla tecnica chirurgica impiegata e al grado di invasività.
- La radioterapia per tumore prostatico: utilizzata per trattare il cancro alla prostata, può causare effetti collaterali sui tessuti pelvici. In particolare, può compromettere la salute dei nervi e dei vasi sanguigni coinvolti nel meccanismo erettile, aumentando il rischio di deficit erettile nei mesi o anni successivi al trattamento.
- L’embolizzazione dell’arteria prostatica: una procedura mini-invasiva, utilizzata per trattare l’ipertrofia prostatica benigna (IPB), che tuttavia può comportare l’occlusione delle arterie che irrorano la prostata. Sebbene sia meno traumatica rispetto ad altri interventi, può ridurre il flusso sanguigno necessario per ottenere un’erezione soddisfacente.
Il ruolo della riabilitazione sessuale dopo un intervento: perché è fondamentale
Dopo un intervento alla prostata, sebbene i rischi connessi alle procedure chirurgiche siano minimi, la riabilitazione sessuale riveste un ruolo cruciale per favorire il recupero della funzione erettile e migliorare la qualità della vita sessuale e psicologica del paziente.
Avviare un percorso di riabilitazione sessuale in maniera precoce aumenta le possibilità di ottenere risultati soddisfacenti. Questo approccio aiuta non solo a ripristinare la funzionalità sessuale, ma anche a contrastare lo stress e l’ansia che spesso accompagnano le difficoltà post-operatorie.
Tra i metodi più efficaci:
- Pompe a vuoto o vacuum device: l’uso regolare di questi dispositivi meccanici aiuta a stimolare meccanicamente l’erezione favorendo l’afflusso di sangue nei corpi cavernosi del pene, anche in assenza di erezioni spontanee. L’obiettivo è prevenire il deterioramento del tessuto e facilitare un recupero naturale.
- Farmaci pro-erettivi: diversi trial clinici promuovono poi l’impiego di farmaci come gli inibitori della fosfodiesterasi-5 (PDE5), utili per favorire l’ossigenazione dei tessuti penieni e limitare i danni neurovascolari. Questi farmaci possono essere parte integrante di un protocollo di riabilitazione sessuale post-prostatectomia.
- La terapia con onde d’urto a bassa intensità (LI-ESWT) che migliora il microcircolo penieno promuovendo la neoangiogenesi; nei casi più lievi consentono la guarigione del paziente, mentre, nei casi non responsivi al farmaco, ne migliorano comunque a risposta.
- Il Priapus-Shot (PRP-Plasma Ricco di Piastrine) che fa parte delle terapie rigenerative, capaci di stimolare e facilitare la rigenerazione tissutale, utilizzate a scopi terapeutici in diversi campi della medicina.
- Il Priapus-Toxin (iniezione di tossina botulinica di tipo A), intracavernosa, che rappresenta una terapia innovativa per la funzione erettile, la cui proprietà è quella di rilassare la muscolatura liscia intracavernosa del pene, migliorandone l’afflusso di sangue.
In molti casi, la riabilitazione fisica deve essere associata ad una terapia psicologica: dopo un intervento, il deficit erettile può infatti essere determinato anche dal timore di alcuni uomini di essere meno attraenti per via delle cicatrici dell’operazione o per la perdita della capacità eiaculatoria.
Lavorare su questi aspetti aiuta a capire come recuperare il desiderio sessuale e a superare eventuali blocchi emotivi, per favorire così un ritorno a una sessualità soddisfacente.
Recupero dell’erezione dopo una prostatite: ecco quando rivolgersi a uno specialista
Il recupero della funzione erettile dopo una prostatite è generalmente più semplice rispetto al percorso necessario dopo una prostatectomia. Tuttavia, la prostatite – soprattutto nella sua forma cronica – può avere effetti significativi sia sul piano fisico che psicologico.
Il dolore e l’infiammazione prolungata possono compromettere la capacità di avere rapporti sessuali soddisfacenti e incidere sul desiderio. È quindi necessario comprendere come recuperare la libido maschile individuando l’approccio terapeutico giusto, che può essere spesso combinato.
Una volta curata l’infiammazione con antinfiammatori o farmaci specifici, lo specialista può proporre inoltre un percorso di fisioterapia del pavimento pelvico, utile soprattutto nei casi in cui l’infiammazione abbia alterato i tessuti o la funzionalità muscolare.
I tempi di recupero della funzione sessuale dipendono dalla gravità della situazione e dalla tempestività del trattamento, oltre agli aspetti psicologici che possono prolungare la disfunzione.
Se il deficit erettile o la perdita di desiderio persistono anche dopo la guarigione fisica, è necessario rivolgersi ad un medico specialista per valutare le terapie più adatte e impostare un percorso di riabilitazione sessuale personalizzato.