Com’è fatto il pene e come funziona

 

Perché è importante sapere com’è fatto il pene e come funziona

Non tutti gli uomini sono a conoscenza del proprio corpo e apparato genitale. Per comprendere appieno la struttura del pene e la sua funzionalità, è importante esplorare l’anatomia del pene e le sue diverse parti.

Il glande, spesso oggetto di curiosità, è la parte terminale del pene, con una forma caratteristica che svolge un ruolo chiave nella funzione sessuale e sensoriale. La morfologia del pene varia notevolmente tra gli individui, influenzando in parte il modo in cui svolge le sue funzioni primarie. Di seguito vengono riportati cenni di anatomia e fisiologia, in modo da comprendere e distinguere una condizione normale o patologica.

Morfologia del pene delle sue parti anatomiche

Il pene (o fallo, o asta o verga) è l’organo genitale maschile che ha la duplice funzione, copulatoria ed urinaria. Le sue dimensioni e conformazioni possono variare da individuo a individuo e tra le diverse etnie.

L’organo genitale maschile è costituito da: tre formazioni allungate cilindriche, i due corpi cavernosi del pene e il corpo spongioso che al suo interno è penetrato dell’uretra, ricoperte da una serie di fasce connettivali. Si possono distinguere 4 porzioni:

1. La radice del pene o parte fissa

La radice è la parte fissa e nascosta,  si trova nel perineo anteriore. E’ costituita dalle parti iniziali dei corpi cavernosi, o crura, che si fissano a livello del periostio delle branche ischiopubiche. Il  corpo spongioso  avvolge l’uretra bulbare ed è rivestito dal muscolo bulbocavernoso.

2. Il corpo del pene o parte mobile

Il corpo o parte mobile del pene è la prosecuzione della radice, con inizio sotto la sinfisi pubica dall’incontro dei due corpi cavernosi e del corpo spongioso uretrale.

Le sue dimensioni variano a seconda che si trovi in condizioni di riposo (flaccidità) o in erezione. Un sottile strato di pelle avvolge e ricopre l’asta del pene lungo la sua interezza; in questa sede la cute è sottile e leggermente pigmentata, quindi più scura rispetto al colore della pelle delle rimanenti zone del corpo.

La faccia superiore dell’asta (faccia dorsale) è costituita da due corpi cavernosi, mentre la faccia inferiore (ventrale) è costituita dal corpo spongioso (o corpo cavernoso dell’uretra).

Allo stato di flaccidità, l’asta del pene pende verticalmente verso il basso tra le due cosce, appoggiandosi allo scroto. Allo stato di erezione, invece, l’asta del pene modifica dimensioni e consistenza, allungandosi e inturgidendosi; inoltre, si solleva dallo scroto avvicinandosi all’addome.

3. Il glande

Il glande rappresenta la parte terminale del pene. Ha un colorito roseo e una forma conica con la base allargata al livello del corpo penieno e l’apice arrotondato utile a favorire la penetrazione in vagina. Viene attraversato dall’uretra navicolare, la quale termina all’apice del glande formando il meato uretrale esterno da dove fuoriescono urine e sperma.

La base sulla parte dorsale ha un contorno circolare sporgente, chiamato corona del glande. Tra base del glande e corpo del pene esiste un solco, denominato solco balanoprepuziale. In questa sede possono ritrovarsi delle piccole escrescenze bianco rosate, denominate papule perlacee peniene. La loro eventuale presenza è una caratteristica costituzionale dell’individuo priva di significato patologico.

4. Il prepuzio

Il prepuzio è una piega cutanea, a forma di manicotto, che origina dal solco balanoprepuziale e continua con la cute del corpo del pene. Nello stato  di flaccidità   si possono  distinguere due foglietti.

ll foglietto esterno fa direttamente seguito al rivestimento cutaneo del pene e dopo un certo tratto ripiega su se stesso continuando nel foglietto cutaneo interno , di colore più chiaro (rosato) si fonde con la corona del glande e si fissa posteriormente ad essa tramite una piega cutanea mediana chiamata frenulo (“filetto”).

Il frenulo, quindi, rappresenta il sottile lembo di pelle che unisce il glande al prepuzio. Il frenulo garantisce  la ricopertura del glande da parte del prepuzio, assicurandone il corretto posizionamento. Il frenulo ha però un suo ruolo preciso anche nella dinamica sessuale. È infatti molto ricco di recettori sensoriali, che hanno il compito di trasmettere sensazioni (di solito) piacevoli.

La zona di riflessione dei due foglietti prende il nome di orifizio prepuziale che, se ristretto, può impedire il passaggio del glande (fimosi). Le funzioni del prepuzio sono quindi di protezione, e sensibilità erogena.

Struttura del pene: corpi cavernosi e  spongioso

Dal punto di vista strutturale il pene è costituito da due corpi cavernosi e un corpo  spongioso  circondati da involucri penieni.

I corpi cavernosi del pene sono due strutture cilindriche, pari e simmetriche (destro e sinistro), con estremità appuntite. Originano separati al livello della radice del pene e si dirigono medialmente. Al livello della sinfisi pubica si congiungono e decorrono poi insieme fino a terminare al di sotto del glande, il quale ricopre la loro estremità distale.

Al livello del corpo penieno decorrono in stretto contatto uno con l’altro, separati da un setto connettivale (setto del pene o setto pettiniforme). Il setto è fenestrato, quindi i due corpi cavernosi sono comunicanti fra di loro. Così uniti formano una doccia, un solco, sia sulla parte dorsale (superficie superiore) sia sulla parte ventrale (superficie inferiore). Sul solco dorsale decorre il fascio vascolo-nervoso del pene e sul solco ventrale si adatta l’uretra peniena rivestita dal corpo spongioso.

Il corpo spongioso dell’uretra è impari e mediano, anch’esso a forma cilindrica e a struttura spugnosa. E’ più sottile rispetto ai corpi cavernosi. Origina al livello del perineo anteriore, al di sotto del diaframma urogenitale. Si dirige poi verso la sinfisi pubica e al di sotto dell’arcata pubica si adatta nel solco ventrale dei corpi cavernosi, unendosi a loro a formare il corpo del pene. Termina formando una espansione conica nota come glande.

Il corpo spongioso avvolge l’uretra. All’origine il corpo spongioso ha forma sferica ed è molto spesso, costituendo il bulbo dell’uretra. L’uretra membranosa penetra obliquamente al livello della parte superiore del bulbo, a qualche mm dal fondo del bulbo stesso, proseguendo quindi come uretra bulbare. Il bulbo è ricoperto dal muscolo bulbocavernoso, che si contrae durante l’erezione e l’eiaculazione.

Com’è fatto il pene: involucri e mezzi di fissità

Andando dall’esterno verso l’interno troviamo:

  • La cute è sottile, molto mobile sui piani sottostanti e molto elastica. Ricopre il corpo del pene, il prepuzio e il glande. Al livello della faccia ventrale del pene forma una sottile linea pigmentata mediana, il rafe penieno. Caratterizzata dall’assenza di tessuto adiposo sottocutaneo.
  • Fascia superficiale del pene o fascia di Colles (dartos penieno) è una parte dello strato membranoso della fascia superficiale dell’inguine e del perineo, include le arterie peniene  superficiali e la vena dorsale superficiale.
  • Tunica sottofasciale si trova al di sotto del dartos, costituita da uno strato connettivale sottile, più prominente alla base del pene.
  • Fascia  di Buck o fascia profonda del pene è una sottilissima fascia elastica che ricopre i corpi cavernosi e il corpo spongioso dalla corona del glande fino all’ilo del pene. Continua al livello della sinfisi pubica con l’apparato sospensore del pene. Sul lato dorsale del pene contiene il fascio vascolo-nervoso del pene, costituito dalla vena dorsale del pene centralmente, dalle arterie dorsali del pene e dai nervi dorsali del pene lateralmente. La fascia di Buck quindi avvolge e unisce  i due corpi cavernosi e il corpo spingioso.
  • Tunica albuginea è una struttura costituita da fasci di fibre collagene disposti a formare sia uno strato interno, circolare e sottile, che circonda e si addentra nel tessuto cavernoso, sia uno strato esterno, longitudinale, incompleto, che si assottiglia notevolmente a livello ventrale, a ridosso della spongiosa uretrale. Lo spessore dell’albuginea è variabile da individuo ad individuo e nelle diverse sedi (maggiore a livello ventro-laterale); in media comunque abbiamo valori compresi fra i 2-3 mm nel pene flaccido e gli 0,5 mm durante l’erezione.

L’apparato sospensore del pene

Il corpo del pene è fissato al livello della radice peniena dalla cute e da due strutture legamentose:

  • Una più superficiale, il legamento fundiforme che è una struttura fibroelastica, lassa, che prende origine dalla linea alba, e dopo essersi scisso per passare intorno alla base del pene raggiunge la fascia di Colles .
  • Il legamento Sospensore del pene è una struttura fibrosa molto robusta, di forma triangolare, situata più in profondità rispetto al legamento fundiforme. Origina dalla faccia anteriore della sinfisi pubica ed è in continuità con la fascia di Buck. E’ un vero legamento e gioca un ruolo nel mantenere l’angolo penieno durante l’erezione.

Anatomia microscopica del pene

Analizzando la fisiologia del pene, possiamo osservare che la sua capacità di erezione e le sue funzioni urinarie dipendono dalla complessa interazione tra i suoi componenti microscopici. Questa interazione è un esempio eccellente di come la conformazione del pene sia perfettamente adattata per le sue funzioni biologiche. A livello microscopico troviamo:

  • Il tessuto cavernoso (o erettile) può essere paragonato a una spugna, essendo formato da lacune sanguigne di forma irregolare (cavernule) separate in maniera incompleta da trabecole di spessore variabile.
  • Le cavernule raggiungono, nella parte centrale, un volume notevole; comunicano ampiamente fra loro e sono tappezzate da un endotelio privo di fenestrature.
  • Le arterie elicine, situate nelle trabecole e fornite, in posizione subendoteliale che, durante l’erezione,  si dilatano e riversano quindi una notevole quantità di sangue nelle cavernule. Queste ultime sono drenate da venule le quali, a pene eretto, risultano compresse, determinando un ristagno di sangue nelle cavernule stesse e aumentando, quindi, l’erezione.
  • Le trabecole che delimitano le cavernule si distaccano dalla superficie interna dell’albuginea e assumono un aspetto reticolato, ramificandosi e anastomizzandosi in maniera assai complicata; sono costi­tuite da fasci di fibre collagene ed elastiche e contengono fascetti di fibrocellule muscolari lisce che aumentano di numero nelle trabecole più sottili.
  • Nelle trabecole decorrono, oltre alle arterie elicine, alcune arteriole che danno origi­ne a una rete di capillari le cui vene emulgenti sboccano successivamente nelle cavernule; que­st’ultimo sistema ha il significato di un circolo nutritizio, mentre il sistema delle arterie elicine rappresenta un circolo che agisce esclusivamente ai fini della funzione erettile.
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Vascolarizzazione del pene

Un elemento chiave della fisiologia del pene è la sua ricca vascolarizzazione, che non solo permette l’erezione ma garantisce anche la nutrizione dell’organo. Questo aspetto della anatomia del pene evidenzia come la struttura del pene sia progettata per ottimizzare le sue funzioni sia sessuali che urinarie.

1. Il sistema arterioso

Il pene riceve il suo apporto ematico dall’arteria pudende interna, che origina dall’arteria ipogastrica (iliaca interna). L’arteria pudenda interna dà origine al ramo perineale che attraversa il diaframma urogenitale prendendo il nome di arteria peniena.

Quest’ultima da origine a tre vasi, l’arteria dorsale del pene, l’arteria bulbouretrale e l’arteria cavernosa (una per lato), che penetrano i corpi cavernosi al livello delle crura. E’ la principale fonte di irrorazione del tessuto cavernoso, quindi principale fonte del sangue che arriva durante l’erezione. Lungo il decorso nei corpi cavernosi emettono le arterie elicine, sottili ramuscoli che vanno ad irrorare le trabecole dei corpi cavernosi.

La cute del pene invece è irrorata per la maggior parte da un sistema arterioso diverso da quello dell’arteria ipogastrica, ossia dall’arteria pudenda esterna, ramo dell’arteria femorale. Le arterie pudende esterne al livello della base del pene danno origine ad un sistema arterioso sottocutaneo tramite le arterie peniene assiali che si dirigono verso il prepuzio. Al livello della base del pene le arterie assiali danno origine ad un plesso arterioso sottile più superficiale, che si trova appena sotto il derma. Questo plesso giunge al livello del prepuzio.

2. Il sistema venoso

La vena dorsale profonda è in genere unica e si scarica nel plesso periprostatico di Santorini.

Schematicamente possiamo descrivere tre principali sistemi venosi drenanti il sangue del pene: i sistemi superficiale, intermedio e profondo.

  • Sistema venoso superficiale rappresentato dalla vena dorsale superficiale del pene che decorre lungo la parte dorsale del dartos del pene. Generalmente sbocca in una vena grande safena, ma può svuotarsi nella femorale o nella vena epigastrica inferiore. Drena il prepuzio, la cute e il tessuto sottocutaneo.
  • Il sistema  venoso intermedio è compreso tra la fascia di Buck e la tunica albuginea. Costituito dal plesso reto-coronale, vene emissarie, vene circonflesse e vene laterali che sboccano nella vena dorsale profonda. Essa scorre verso il pube nel solco dorsale compreso tra i corpi cavernosi. Drena il glande e i due terzi distali dei corpi cavernosi e corpo spongioso.
  • Il sistema profondo drena il terzo   prossimale del corpo spongioso e  dei corpi cavernosi. Costituito dalle vene cavernose, vene bulbari e vene crurali che sboccano nella vena pudenda interna o nel plesso prostatico.

3. Il microcircolo

Il sistema arterioso e venoso del tessuto erettile al livello del microcircolo è rappresentato da:

  • le arterie elicine al livello delle trabecole
  • il plesso venoso sottoalbugineo
  • le cavernule rivestite da endotelio

In stretto contatto con queste strutture si trovano cellule muscolari lisce e una fitta rete di fibre nervose. Questi regolano l’afflusso e il deflusso del sangue nel tessuto erettile, regolando quindi l’erezione che non è altro che un fenomeno vascolare.

4. Circolazione linfatica

Il drenaggio  linfatico del pene  si suddivide in due reti separate. La rete superficiale è satellite  della vena dorsale superficiale del pene e si reiversa nei linfonodi inguinali superficiali. Quella profonda invece è satellite della vena dordale profonda in cui decorrono i linfatici che drenano il glande, corpi cavernosi e uretra. I due sistemi, superficiale e profondo sono connessi tra loro a livello del prepuzio del glande.

Com’è fatto il pene: l’innervazione

Il pene è un organo riccamente innervato. Si possono distinguere i nervi  superficiali che sono  sono rappresentati dal nervo spermatico esterno del genitofemorale, dal ramo genitale del nervo ileoinguinale e, principalmente, dal nervo perineale superficiale e dal nervo dorsale del pene (rami del nervo pudendo). Le terminazioni nervose sensitive, particolarmente abbondanti in corrispondenza del glande e del frenulo del prepuzio, sono in massima parte corpuscolate.

I nervi profondi invece, destinati agli organi erettili, provengono dal nervo pudendo tramite i nervi dorsali del pene, che decorrono insieme alle arterie dorsali e alla vena dorsale profonda, e i nervi perineali profondi, i quali sono destinati anche all’innervazione dei muscoli ischio e bulbocavernosi. Gli organi erettili sono anche provvisti di una ricca innervazione simpatica, che deriva dal plesso ipogastrico, e parasimpatica appartenente al parasimpatico sacrale. Il simpatico svolge un’azione vasocostrittrice e il parasimpatico un’azione vasodilatatrice.

 Fisiologia dell’erezione del pene: cos’è e come funziona

Nell’esplorare la fisiologia del pene, è fondamentale comprendere il processo di erezione come un fenomeno complesso che coinvolge una serie di risposte fisiologiche coordinate. Questa comprensione aiuta a spiegare a cosa serve il pene oltre alla riproduzione, mettendo in luce le funzioni legate al piacere e all’eccitazione sessuale.

L’erezione è un evento emodinamico che interessa sia il sistema nervoso, sia fattori locali ed è regolato dal rilassamento delle arterie del distretto dell’arteria  pudenda che di cellule muscolari lisce dei corpi cavernosi. Un adeguato flusso sanguigno gioca un ruolo chiave nel processo.

Durante il riposo il pene si trova in uno stato flaccido. La muscolatura liscia è contratta e il flusso di sangue è minimo.

Durante l’erezione la muscolatura liscia dei vasi e delle caverne si rilascia, aumenta il flusso di sangue arterioso e si blocca il drenaggio venoso quindi il sangue rimane intrappolato. I muscoli del perineo (ischiocavernosi) si contraggono aumentando la rigidità peniena. L’erezione quindi è dovuta all’arrivo massicio e al blocco del sangue dentro il pene.

Le diverse fasi dell’erezione comprendono:

  • la fase flaccida
  • la fase di riempimento
  • la fase tumescente
  • la fase di erezione completa
  • la fase di erezione rigida
  • fase di detumescenza

Bibliografia

  1.  Anatomia del Gray;   Zanichelli, 4ª edizione italiana, ISBN 88-08-17710-6
  2.  Trattato di anatomia umana, Edi. Ermes, 4ª Edizione, ISBN 88-7051-285-1
  3.  Frank H. Netter, Atlante di anatomia umana, terza edizione, Elsevier Masson, 2007. ISBN 978-88-214-2976-7

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